” Palestre e covid-19″

Facciamo il punto sulle attività sportive

Cosa dice la scienza sulla riapertura delle palestre.

Dopo un lungo periodo di chiusura, si è ricominciato a parlare di riaprire gli impianti sportivi. Parliamo di piscine, sale attrezzi e palestre. Ciò prevede distanziamenti, mascherine e disinfezioni. Ecco il punto di vista degli scienziati sul livello di rischio di queste attività.

Non esistono attività svolte in spazi condivisi con altre persone che siano a rischio zero per la trasmissione del nuovo coronavirus. Ma, naturalmente, occorre trovare un equilibrio tra la necessità di mantenere in vigore le misure anti-contagio e l’urgenza sempre più pressante di interrompere le chiusure a oltranza. Soprattutto quando si parla di settori – come nel caso dello sport – in cui non si tratta solo di riavviare dei comparti dell’economia, ma soprattutto di un’attività che ha molto a che fare con il benessere psicofisico delle persone.

Distanziamento e mascherine

Lo abbiamo imparato tutti molto bene nel corso dell’ultimo anno. Mantenere la distanza interpersonale e indossare le mascherine sono due utilissime precauzioni contro la trasmissione del virus. Nel caso delle attività sportive, però, ci sono alcuni elementi da tenere in considerazione. Anzitutto, soprattutto per le attività di tipo aerobico nelle palestre (per non parlare di quelle in acqua) l’utilizzo della mascherina è sconsigliato o impossibile. Ciò perché rappresenterebbe un ostacolo alla respirazione e vanificherebbe l’effetto benefico dello sport. E poi, allo stesso tempo, va tenuto conto che mentre si è sotto sforzo si tende a respirare con più impeto. Perciò anche le droplet generate sono di più e possono essere proiettate più lontano. Ciò avviene nelle palestre che oltretutto sono al chiuso. Forse non tanto quanto con uno starnuto non parato, ma certamene più di quanto possa accadere in un ristorante o in un bar.

Nel caso delle piscine

in cui per forza di cose ci si sposta di continuo nell’acqua, è più pratico determinare la capienza massima di ogni vasca, ossia di prevedere un’area minima per ogni persona. La differenza con le palestre è evidente. Se si applicasse una regola geometrica al criterio di distanziamento delle palestre si avrebbero poco meno di 4 metri quadrati a testa, ma tenendo conto che la configurazione è dinamica si opta di solito per un valore maggiore. Nello specifico, il ministero dello Sport ha proposto 7 metri quadrati, mentre i tecnici hanno suggerito di salire a 10.

Suddivisione degli sport in base al livello di rischio.

Questo dipende da tantissimi fattori: numero di giocatori, livello di contatto, numero di spettatori, durata delle partite, tipologia di trasferte e molti altri. Una divisione spesso utilizzata è in rischio alto, medio e basso. Sono a rischio tipicamente alto il ballo di coppia, gli sport che prevedono forme di lotta e il football americano. A rischio medio la gran parte degli sport di squadra come calcio, pallavolo, pallacanestro, tennis, baseball e hockey e le palestre. Mentre a rischio basso ci sono golf, nuoto, corsa, sci e sollevamento pesi. Ma le classificazioni possono variare a seconda dei criteri scelti, e del fatto che si consideri parte integrante dello sport anche tutto ciò che orbita intorno. Infatti come nel caso dello sci che non si limita al solo momento della discesa sulla neve c’è tutto ciò che è collegato con lo spostamento per andare a sciare.