“Profilassi endocardite batterica: valvulopatia”
Che cos’è l’endocardite batterica
L’endocardite batterica è una malattia causata dall’infezione batterica dell’endocardio. Sulle valvole cardiache e nell’endocardio si formano vegetazioni costituite da colonie di batteri, che si sviluppano all’interno del cuore, determinandone il malfunzionamento.
La parete endoteliale deve però, essere stata precedentemente danneggiate da lesioni congenite o acquisite. Questa è la “conditio sine qua non”.
Difatti a questo punto diventa indispensabile somministrare la profilassi antibiotica, e non solo, nei pazienti a rischio . Il rischio di mancato intervento terapeutico è altissimo e può portare a conseguenze addirittura letali.
Le terapie dentali spesso recano sanguinamento causando una batteriemia, cioè un afflusso ematico di batteri, transitoria. Di consequenza alcuni batteri come lo streptococcus viridans e lo staphiloccuus aureus possono colonizzare le vegetazioni presenti su preesistenti lesioni valvolari cardiache, e provocare il danno. Circa il 20% delle endocarditi subacute sembra essere associato a terapie dentali.
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Patologie a rischio moderato
Patologie su cui intervenire
Malformazioni cardiache congenite
Cardiopatia reumatica
Valvulopatie acquisite
Cardiomiopatia ipertrofica
Prolasso mitrale con insufficienza
Patologie a rischio elevato
Pregressa endocardite
Protesi valvolari cardiache
Shunt chirugico tra arteria polmonare e circolazione sistemica
In quali procedure odontoiatriche è necessaria la profilassi per endocardite batterica?
Nelle seguenti condizioni seguenti la profilassi e’ fondamentale (per pazienti nelle categorie a medio ed alto rischio) :
Estrazioni dentarie
Ablazione del tartaro
Procedure parodontali chirurgiche
Interventi che coinvolgano l’osso
Implantologia
Misure da attuare per scongiurare il rischio di endocardite batterica
Innanzitutto sarà bene provvedere alla riduzione dell’infiammazione e del processo infettivo attraverso misure locali nella sede d’intervento. Perciò miglioreremo l’igiene orale, faremo sciacqui con clorexidina, per ridurre l’entità della batteriemia.
Quindi sarà fondamentale attuare un protocollo di profilassi in tutte quelle situazioni, in cui è indicato dalle linee guida e che sono state sopra citate.
Sono comprese tre categorie di pazienti:
I pazienti con problemi valvolari cardiaci presentano un rischio più alto di EI, una mortalità più elevata da EI e sviluppano complicanze della malattia con una frequenza superiore.
(b con pregressa EI. Anche questa categoria presenta un rischio più alto di reinfezione, una mortalità e un’incidenza di complicanze più elevate rispetto ai pazienti con un primo episodio di EI;
(c) con cardiopatie congenite (CC): Quali sono invece considerate le procedure correlate ad elevato rischio nell’attività odontoiatrica!
Perciò la profilassi antibiotica deve essere presa in considerazione unicamente per quelle procedure odontoiatriche che comportano la manipolazione del tessuto gengivale o della regione periapicale dei denti e la perforazione della mucosa orale ((compresi l’ablazione del tartaro e il trattamento dei canali della radice del dente).
L’uso dell’antibiotico non è raccomandato per iniezioni locali di anestetici nei tessuti non infetti, la rimozione di suture, la radiografia dentale, il posizionamento o l’adeguamento di supporti rimovibili o apparecchi ortodontici o protesi dentarie. Lo stesso dicasi, anche in seguito alla perdita di denti decidui o a lacerazioni delle labbra e della mucosa orale.