“Osteoporosi ed odontoiatria | necrosi ossea da bifosfonati”

Osteoporosi e bifosfonati

L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da una riduzione della massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. I bifosfonati chiamati anche difosfonati sono dei farmaci largamente impiegati per contrastare la perdita di densità minerale ossea.
Pertanto, l’uso di questi farmaci è indicato nella prevenzione e trattamento dell’osteoporosi. Anche se l’osteoporosi maschile è meno frequente di quella femminile, utilizziamo questi farmaci sia su donne che su uomini.

Il problema è che una percentuale di persone che utilizzano i bifosfonati, vanno incontro a necrosi delle ossa mascellari e mandibolari, in seguito ad interventi odontoiatrici. È importante sottolineare che la base eziopatogenica fondamentale della osteonecrosi, è si forma di una comunicazione diretta fra ossa mascellari ed ambiente esterno.

Le revisioni sistematiche dei casi descritti in letteratura hanno associato alla diagnosi di osteoporosi il 3-4% dei casi di ONJ

Osteonecosi

osteonecrosi e bifosfonati

Osteonecrosi e bifosfonati

L’osteonecrosi della mandibola/mascella (ONJ) è una invalidante patologia infettiva e necrotizzante a carattere progressivo. Ha  scarsa tendenza alla guarigione ed è in associazione alla terapia con i bisfosfonati.  In passato è stato descritta in associazione all’uso del fosforo bianco, alla radioterapia, chemioterapia. L’osteonecrosi è una complicanza più comune nei pazienti oncologici trattanti con bifosfonati a somministrazione endovenosa. Oltre a quest’ultimo dato, sono fattori di rischio della necrosi dei mascellari da bifosfonati, anche la chemioterapia, la radioterapia, la terapia corticosteroidea e la scarsa igiene orale.

Osteonecrosi mascellare

osteonecrosi mascellare

Prima di iniziare una terapia con bifosfonati

Il paziente va correttamente informato sui benefici della terapia e sulla possibilità dei rischi connessi, compresa la reale entità del rischio di ONJ. Il medico curante dovrà avere certezze sulla condizione orale. Inoltre dovrà  segnalare al dentista, mobilità dentarie, presenza di protesi, dolore nel cavo orale, tumefazioni e infiammazioni della mucosa gengivale. In alternativa dovrà invitare i pazienti stessi ad informare il loro dentista prima dell’ inizio della terapia con BP.

Nei pazienti che stanno per iniziare una terapia con BP dovrà essere consigliato di sottoporsi a visita odontoiatrica. Questo sulla base del giudizio clinico del proprio curante, prima di iniziare il trattamento con BP.  Qualora vi siano interventi invasivi odontoiatrici urgenti si dovrà consigliare di anticipare l’intervento odontoiatrico all’avvio della terapia con BP.

Se è necessario l’intervento odontoiatrico

I tuo dentista sa cosa fare.

Se un soggetto è già in terapia con BP,  èraccomandata un’attenta igiene orale, assistita da periodiche visite odontoiatriche. Ciò, raccomandando il trattamento di qualsiasi infezione del cavo orale. Non sono controindicate estrazioni o altri interventi odontoiatrici invasivi o l’implantologia. Questo, in modo particolare, nei pazienti che assumono bisfosfonati da più di tre anni.
Se è necessario un intervento chirurgico nel cavo orale anche di minima entità, è consigliata una adeguata preparazione iniziale. Consistente in igiene professionale, con ultrasuoni  ed un’adeguata profilassi antibiotica.

E’ necessario l’antibiotico?

In questo caso amoxicillina ed ac.clavulanico, eventualmente combinata a metronidazolo, per almeno 2 giorni prima e 7-10 giorni dopo l’intervento. Anche nel caso di estrazione, sutura ed eventuale chiusura con lembo dobbiamo fare un monitoraggio della ferita fino alla guarigione.
Una sospensione del bisfosfonato per un periodo di alcune settimane prima e dopo l’intervento odontoiatrico invasivo può essere raccomandato in via cautelativa. Vale la pena di sapere, però, che non esistono evidenze che ciò riduca il rischio di ONJ.