IMPIANTI DENTALI
Sono delle viti in titanio che vengono inserite nell’osso per sostituire il dente, o i denti , mancanti. Al di sopra di queste viti intraossee, quindi appena al di sopra della gengiva, viene avvitata una struttura che supporterà il dente artificiale.
Perchè i nostri impianti sono garantiti a vita?
Noi del centro odontoiatrico roma del dr. Trinchieri da trentacinque anni a questa parte utilizziamo i principi di Branemark dell’implantologia osteointegrata, seppur riveduti e corretti nei materiali e nei metodi.
Siamo ormai talmente ferrati in questa metodologia, che abbiamo raggiunto dei successi del 98% in ogni nostro caso di impianto dentale. Ed è proprio per questa nostra certezza che gli impianti, fatti e seguiti da noi sono GARANTITI A VITA.
La nostra esperienza, la nostra sicurezza sono la garanzia dei nostri pazienti per tutta la vita. Non è possibile offrire più tranquillità di questa, e neanche lontanamente è pensabile fare meglio di così.
Dai primordi dell’umanità……….
Diamo un’occhiata alla storia dell’implantologia:
Il desiderio di rimettere i denti mancanti è stato, da sempre, un obiettivo degli esseri umani. I primi tentativi conosciuti risalgono al V secolo avanti Cristo.
Parliamo del reperto Etrusco di Valsiarosa – Falernii Veteres (Viterbo – Civita Castellana),che rappresenta la più antica testimonianza di un tentativo di impianto endosseo dentale post-estrattivo.
Il reperto consiste in una mandibola umana totalmente edentula, ma con alveoli ancora aperti, segno di recentissime e contemporanee avulsioni dentarie. Le estrazioni sono state verosimilmente, causa di setticemia e quindi del decesso. Nella mandibola, in regione premolare e molare inferiore sinistra, è inserita una struttura in lamina d’oro, verosimilmente idonea a supportare elementi dentari artificiali.
Risale alla fine del I secolo d.C.
il reperto Gallico-Romano di Chantambrè (Essonne-Francia) . Nella Necropoli è stato rinvenuto un cranio umano con inserito, nell’osso mascellare, un perno intraosseo in ferro forgiato a mano, lavorato a fuoco, in sostituzione del secondo premolare superiore di destra. L’impianto è solidale all’osso testimoniando l’avvenuta integrazione.
Il reperto Maya rinvenuto nel 1931 a Playa de Los Muertos (Honduras), è databile intorno al 6-700 d.C. E’ oggi conservato presso il Peabody Museum dell’Università di Harvard. E’ un frammento di mandibola umana, della zona mentoniera, che presenta inseriti negli alveoli naturali alcuni denti ed anche tre incisivi artificiali ottenuti da valve di conchiglia.
Il primo impianto dentale nella storia dell'Umanità
I primi impianti dell'era moderna
Impianto endoosseo moderno
Inizia l’era moderna in implantologia
Dobbiamo fare un salto fino al 1909, quando Grienfield sperimenta impianti dentali in iridioplatino. Lo stesso materiale venne usato da Casto nel 1914 e Kauffer nel 1915. Essi riferiscono di aver risolto alcuni casi di edentulia parziale ancorando protesi fisse ad impianti endossei spiraliformi in iridioplatino.
Però solo nel 1938, Adams, realizza la prima vite piena, filettata.
Naturalmente non poteva mancare un Italiano nella storia dell’implantologia:
E’ Manlio Salvatore Formiggini, italiano di Modena, che nel 1947 conferisce un consistente input alla storia dell’implantologia. Va considerato il padre dell’implantologia moderna. Realizza, in filo di acciaio, viti cave a spirale. La vite cava consente al tessuto fibroso di entrare nelle sue maglie per poi tramutarsi in osso; intuisce anticipatamente il principio biologico della stabilità implantare raggiunta per “ritenzione ossea”.
Nel 1962, Giordano Muratori, bolognese, illustre Allievo di Formiggini, propone la nota “Vite Cava di Muratori”, un cestello ritenuto nell’osso
Sempre nei primi anni ’60 Linkow, prova una innovazione con le lame implantologiche di sua ideazione,
Nel 1961 comparve il primo impianto specificamente progettato per il carico immediato (Stefano Tramonte) dotato di area di rispetto biologica e nel 1964 fu introdotto il titanio in implantologia (Tramonte).
Ed è ancora S. Tramonte, tra il 63-64, che introduce l’uso del TITANIO, mutuandolo dalla protesi in ortopedia.
Alla fine degli anni settanta, grazie agli studi sull’osteointegrazione si diffuse l’impianto sommerso di Branemark. Da quel momento l’implantologia sommersa osteointegrata si diffuse largamente in tutto il mondo.
L’epopea di Branemark
La seconda metà degli anni 80 è dominata dalla diffusione della nuova dottrina implantare diffusa dallo svedese Branemark: l’ “OSTEOINTEGRAZIONE”.
E’ denominata anche “Implantologia Osteointegrata”.
Il Ricercatore, che non è un dentista, rende noto, con metodica scientifica ineccepibile, quanto i vecchi clinici avevano intuito, ma non metodologicamente evidenziato. Branemark era un biologo, ed un giorno per studiare gli scambi del calcio a livello osseo, introdusse una microcamera in TITANIO nella tibia di un coniglio. Dopo qualche giorno, ad esperimento terminato, quando cercò di sfilare la microcamera dall’osso del coniglio ebbe non poche difficoltà, perchè la stessa si stava “osteointegrando”. Da qui l’idea e la successiva deduzione riguardante gli impianti osteointegrati.
Quindi viti in titanio
perchè il titanio è il materiale più BIOTOLLERABILE esistente. Il secondo aspetto decisivo è l’OSTEOINTEGRAZIONE dell’impianto immerso nell’osso. Di norma si aspetta qualche mese prima di mettere il dente sull’impianto, sebbene , in alcuni casi il carico protesico possa anche essere immediato.
Ebbene questi sono i concetti che noi abbiamo fatto propri. Seppur modificati e corretti, sono proprio questi principi che ci hanno guidato ed hanno garantito il successo degli impianti osteointegrati, che siamo orgogliosi di offrire ai nostri pazienti da ben 35 anni.