“Coronavirus | Cambiamo vita”


Studio dell “imperial college” di Londra

Il coronavirus ha cambiato le nostre abitudini. E’ cambiato il modo in cui lavoriamo, socializziamo, studiamo e in cui svolgiamo quasi tutte le nostre attività quotidiane. La pandemia deve essere mantenuta sotto una certa soglia fino a quando non sarà pronto un vaccino.

Infatti, finché qualcuno al mondo avrà il virus, ci sarà sempre il rischio di una diffusione improvvisa senza un adeguato controllo. Alcuni ricercatori dell’”Imperial College” di Londra hanno realizzato un modello che dimostra come possiamo tenere sotto controllo l’espansione del Covid-19 nei prossimi 18 mesi. Questo è il tempo stimato prima di avere un vaccino. Secondo loro l’unica soluzione possibile è un’applicazione del social distancing “a interruttore”.

In altre parole, non appena iniziano ad aumentare i casi registrati in terapia intensiva, quando cioè viene raggiunta una determinata soglia, bisogna imporre delle misure più estreme di social distancing, accompagnate da chiusure forzate. In seguito, quando le cure intense tornano ad alleggerirsi, scendondo sotto un’altra soglia di ribasso, le misure intraprese possono venir allentate.

Social distancing

Social Distancing

Ma cosa significa questo distanziamento sociale? I ricercatori spiegano che in una situazione di social distancing ognuno deve fare il possibile per diminuire al minimo i contatti sociali, e così facendo, le famiglie riescono a ridurre fino al 75% i contatti al di fuori del proprio nucleo.

Secondo le previsioni dei ricercatori, nei prossimi 18 mesi si dovrà effettuare del social distancing per circa due terzi del tempo, fino a quando non sarà disponibile un vaccino. Ciò significa che in 12 dei prossimi 18 mesi dovremo isolarci maggiormente e attenerci alle distanze sociali.

Nel modello dei ricercatori, nessun’altra strategia è altrettanto funzionale per risolvere il problema. Nemmeno aumentando le capacità dei reparti di cure intense, o imponendo l’isolamento dei malati, degli anziani, e di coloro che presentano i sintomi si potrebbe evitare un collasso.

Disinfettare le mani

Un nuovo modo di vivere

Una simile “normalità” danneggerebbe fortemente tutte le imprese legate ai raggruppamenti di tante persone, pensiamo a ristoranti, bar, discoteche, palestre, teatri, cinema, conferenze e manifestazioni sportive. Ma anche il settore dei trasporti e le scuole dovrebbero reinventarsi. Reinventarsi, esatto, è la parola chiave per i mesi che ci aspettano.

Le aziende dovranno puntare a innovare i propri servizi in base alla situazione: i ristoranti potrebbero concentrarsi sulle consegne a domicilio, i cinema e i teatri potrebbero ridurre le proprie capacità per assicurare una distanza sociale, le palestre potrebbero inserire un sistema di prenotazione per evitare l’affollamento. Insomma, molti business dovranno puntare a vie alternative per raggiungere la loro clientela.

Ciò che si sa, è che dovremo adattarci, chissà per quanto tempo, a uno stile di vita diverso da quello attuale.

Copriscarpe mono uso

Camici sterili monouso

Cosa succederà nel nostro studio dentistico

Dalla riapertura che avverrà il 6 Aprile queste saranno le nuove misure che adotteremo. L’aria che respirerà sarà asettica: utilizziamo il generatore di ozono (vedi articolo precedente) anche tra un paziente e l’altro, sia in sala d’attesa che nelle sale operative. Innanzitutto al ricevimento del paziente, egli dovrà disinfettarsi le mani con un gel adatto allo scopo. Poi dovrà riempire un’anamnesi aggiuntiva dedicata all’infezione da covid-19. Successivamente gli sarà misurata la temperatura con una pistola no-touch. Inoltre misureremo tramite il pulsiossimetro, che permette di misurare la quantità di emoglobina legata nel sangue. Di norma l’emoglobina lega l’ossigeno, per cui si può ottenere una stima della quantità di ossigeno presente nel sangue. Nel corso di insufficienza respiratoria il valore sarà basso.  Dopo di che indossando dei copriscarpe usa e getta dal dispencer, senza toccare nulla con le mani, potrà entrare nella sala operativa dell’odontoiatra, non prima di aver indossato un camice sterile al di sopra dei propri abiti.

Dr. Trinchieri Stefano