Anticorpi anti covid-19
La curva dell’epidemia in Italia sta lentamente iniziando a scendere. Ha senso affidarsi ai test sierologici cioè alla ricerca degli anticorpi anti Sars-Cov-2 nel sangue dei pazienti? Questo per stabilire chi è immunizzato e può quindi tornare alle normali attività senza il rischio di trasmettere il contagio
ANALISI SIEROLOGICA
Test sierologico
L’esame delle immunoglobuline
Che cosa sono i test sierologici? Con un prelievo di sangue del paziente è possibile valutare due valori relativi alle immunoglobuline. I primi anticorpi che si manifestano sono le IgM. Questi anticorpi permettono, entro cinque giorni dalla comparsa dei sintomi, di confermare la diagnosi di infezione con una precisione molto maggiore rispetto al tampone.
per gli anticorpi IgG, invece, bisogna attendere 14 giorni e i livelli tendono a restare elevati nel tempo. Gli ultimi studi mostrano che il 99% dei pazienti analizzati presenta anticorpi a distanza di qualche settimana dall’infezione. Il problema è che non sappiamo ancora con certezza che tipo di difesa offrano tali anticorpi al soggetto. Però è probabile che una protezione, anche limitata, venga garantita. Oggi esistono test sierologici affidabili? Molti ricercatori sono impegnati su questo fronte, la validità degli esami sugli anticorpi migliora di giorno in giorno.
Covid-19
Ecco gli scenari possibili:
I risultati del test possono essere 4:
Il test sul sangue permette di verificare quanti anticorpi di tipo IgM e IgG sono stati prodotti dall’organismo in relazione a un attacco del Covid-19.
- Se il test risulta negativo per IgM e IgG, il soggetto asintomatico non ha ancora incontrato il virus e non ha maturato alcuna risposta di difesa.
- con IgM positive e IgG negative potrebbe avere l’infezione in corso da pochi giorni e qui si può fare il tampone per essere certi e procedere all’isolamento.
- con IgM positive e IgG positive: il soggetto è ancora in una fase iniziale di infezione, ma sta maturando una risposta di difesa protettiva.
- con IgM negative e IgG positive: il soggetto ha raggiunto uno stato di protezione e ha superato l’infezione indenne.
Indagine epidemiologica
Esperimento cinese: erano tutti positivi
Questo è l’esito di una ricerca svolta in Cina, nella provincia di Hunan, che è non lontanissima dall’Hubei, da cui è partito il contagio. Nell’indagine gli scienziati hanno analizzato i dati di 167 pazienti che vivono in tre città dell’Hunan. Fra loro, 155 persone (il 93% del totale) avevano sintomi, una tac polmonare alterata e un test diagnostico per il nuovo coronavirus risultato positivo al primo colpo. Altri 7, inoltre, avevano un test positivo pur avendo la tac nei limiti della norma. E infine, in cinque casi, pur essendo positiva la tac polmonare, il test è risultato negativo ed è stato ripetuto sei volte prima di mostrare un esito positivo, in un periodo dai 2 agli 8 giorni successivi.
Dr. Trinchieri Stefano