“Varianti virali del covid-19”
Anticorpi immunizzanti
La formazione delle varianti virali è determinata dall’enorme diffusione del coronavirus nel mondo. Alcune varianti potrebbero eludere in tutto o in parte le difese immunitarie stimolate dai vaccini oggi disponibili. Per questo i produttori stanno studiando un modo per aggiornarli di continuo e renderli efficaci contro le varianti già rilevate. Dobbiamo però, tener conto anche di quelle che potrebbero via via manifestarsi.
Vi sono crescenti indicazioni secondo cui alcune nuove varianti del coronavirus SARS-CoV-2 sono in grado di eludere l’immunità indotta dai vaccini o da precedenti infezioni.
Il fatto che le nuove varianti possano minare l’efficacia di questi vaccini anti-COVID di prima generazione è ancora in discussione. Alcuni sviluppatori si sono già lanciati in programmi di aggiornamento delle proprie formulazioni. In modo che attacchino meglio le varianti emergenti, come quelle identificate in Sudafrica e in Brasile.
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Queste linee di discendenza
sono portatrici di mutazioni che sembrano attenuare gli effetti degli anticorpi più cruciali per respingere l’infezione. I ricercatori stanno anche considerando la possibilità che alla fine diventi necessario aggiornare periodicamente i vaccini contro il coronavirus, come si fa oggi per quelli contro l’influenza.
Sarà necessario aggiornare i vaccini anti-COVID?
“Secondo me, sta cominciando a sembrare di sì”, afferma Kanta Subbarao, virologa del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne.
Una variante identificata verso la fine del 2020 in Sudafrica, detta 501Y.V2 è fra quelle che preoccupano di più. In test di laboratorio, si è visto che reca mutazioni che riducono la potenza degli “anticorpi neutralizzanti”, quelli che inattivano il virus. Tali anticorpisono prodotti da persone che avevano ricevuto il vaccino a RNA di Pfizer o quello di Moderna.
Se questo sia sufficiente a ridurre l’efficacia dei due vaccini non è ancora chiaro, dice Subbarao. “È la domanda da un milione di dollari, perché non sappiamo qual è la quantità di anticorpi di cui c’è bisogno”. E altre risposte immunitarie evocate dai vaccini potrebbero contribuire a proteggere dagli effetti delle varianti.
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Come saranno aggiornati i vaccini?
Anche questa è una questione aperta. Alcuni vaccini contro COVID-19, fra cui quelli principali, prodotti da Moderna, Pfizer e AstraZeneca, istruiscono le cellule a produrre la proteina spike del virus. Cioè il bersaglio del sistema immunitario nella lotta ai coronavirus. Le varianti, compresa 501Y.V2, portano mutazioni di questa proteina che alterano le regioni prese di mira dagli anticorpi neutralizzanti.
Una possibilità è sostituire nei vaccini le vecchie versioni della proteina spike con una molecola aggiornata, che porti gli specifici cambiamenti amminoacidici che ostacolano la risposta anticorpale. Ma i ricercatori dovranno prima verificare che quei particolari cambiamenti non provochino effetti indiretti capaci di alterare la risposta del sistema immunitario al vaccino. Un’altra possibilità è includere in una stessa formulazione sia la vecchia che la nuova forma della proteina spike; in questi casi, si parla di vaccino multivalente.
Come risponderanno ai vaccini aggiornati le persone già immunizzate?
I ricercatori non sanno ancora come potrà rispondere a un altro vaccino contro una nuova variante chi ha completato la vaccinazione con un vaccino anti-COVID-19 di prima generazione. Da tempo gli immunologi hanno osservato che le persone tendono a mettere in atto un risposta immunitaria più forte verso la prima variante di un patogeno che incontrano rispetto alle successive.
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Dr. Trinchieri Stefano