“Saliva : le cose che non sai”

ANTIDOLORIFICO NATURALE

La saliva, alla luce di recenti scoperte, mostra alcune caratteristiche importantissime. Gli scenziati hanno scoperto una sostanza salivare con capacità antidolorifiche. La sostanza è un peptide chiamato opiorphina, che è stato trovato nella saliva umana. Gli antidolorifici più potenti sono gli oppioidi, come la morfina. Però il loro uso a lungo termine spesso provoca resistenza, dipendenza e altri seri problemi. Ecco perché gli scienziati da anni studiano una nuova pillola. Essa deve avere la forza della morfina, ma senza gli effetti collaterali.

Questa sostanza potenzia il potere dell’encefalina. L’encefalina è un peptide oppioide prodotto dall’ipofisi, come antidolorifico naturale del corpo. Poiché i due peptidi sono naturalmente presenti nel corpo, non dann gli stessi pericoli degli oppioidi convenzionali. Da qui a pensare di usarli come farmaco, il percorso è ancora lungo, ma è un inizio importante.

Studiare la saliva

studio del dna salivare

SOSTANZA SALVAVITA

Secondo i ricercatori del Centro per la ricerca interdisciplinare sulle bioscienze salivari della Johns Hopkins University, la saliva contiene un “tesoro” di dati sulla nostra salute. Tali informazioni possono essere facilmente raccolti e analizzati in modo economico. «Esplorare ciò che c’è nella saliva ha un grande potenziale», spiega Doug Granger, direttore del centro. Granger e i suoi colleghi hanno proposto un test della saliva per sostituire l’esame del sangue standard per prevenire le malattie cardiache.

Secondo i ricercatori, la saliva contiene una proteina, chiamata proteina C-reattiva. Tale proteina si trova nel sangue, ed indica un rischio di malattia cardiaca quando è a livelli elevati. Una volta che sarà disponibile un test della saliva, secondo Granger, «più persone sarebbero disposte a fare il test, che potrebbe essere fatto su base più regolare, anche a casa loro». E questo potrebbe salvare molte vite.

A cosa serve la saliva

a cosa seve la saliva

STRESS

Lo stress innesca la risposta di combattimento o fuga del corpo, causando, tra le altre cose, una scarica di adrenalina, un aumento della frequenza cardiaca e la salivazione. Le ghiandole salivari invadono la bocca con un enzima chiamato alfa-amilasi salivare. Queto enzima può servire come indicatore di stress. Sempre il team di bioscienze salivari della Johns Hopkins ha sviluppato un metodo per misurare l’impatto dello stress di una madre sul suo bambino non ancora nato. Ciò viene fatto monitorando i livelli di questo enzima  nella sua saliva. In uno studio pubblicato qualche anno fa, hanno identificato il modo in cui i livelli di alfa amilasi cambiano naturalmente nel corso della gravidanza. inoltre hanno evidenziato il modello con cui variano durante il giorno. Questa scoperta pone le basi per future ricerche che indagano l’effetto di livelli di stress insolitamente elevati sui bambini.

Componenti salivari

componenti salivari

DNA

La maggior parte dei test sul DNA in commercio,  si basano sull’auto-prelievo di un campione di saliva. La saliva contiene infatti il nostro progetto genetico e in una forma che è più facile da lavorare rispetto al DNA estratto con altri metodi. «La metà di una goccia di saliva è sufficiente per ottenere un campione ragionevole di DNA», commenta Granger. «I campioni possono essere congelati e scongelati più volte, possono essere inviati per posta e siamo in grado di estrarre DNA di alta qualità e quantità elevata».

Dove produciamo saliva

ghiandole salivari

BATTERI KILLER

Nel 2016, i ricercatori hanno scoperto una nuova forma di vita. Non era un animale né un… fungo marziano, ma un batterio microscopico che si era nascosto nella saliva umana, un parassita con una caratteristica alquanto originale: preda altri batteri, fino a ucciderli. È stato trovato attaccato ad un altro ceppo chiamato Actinomyces odontolyticus e gli scienziati non sono ancora sicuri di come si riproduca o come passi al suo successivo pasto. La scoperta più inquietante è arrivata quando il suo DNA è stato trovato in alte concentrazioni in alcuni pazienti affetti da parodontite.

Dr. Trinchieri Stefano.