“parodonto e farmaci gastro protettori”
Gli studiosi trovano
collegamento tra il parodonto e l’utilizzo di farmaci protettori gastrici. Essi hanno scoperto la relazione tra questi farmaci (lansoprazolo, omeprazolo ecc) e la salute del parodonto. I ricercatori del Dipartimento di Parodontologia ed Endodonzia dell’Università a Buffalo sono quelli che hanno fatto questa interessante scoperta. Noi di solito usiamo tali farmaci per trattare sintomi come il bruciore di stomaco il refuso acido.
L’università americana, ha evidenziato che quelli che consumavano questo tipo di farmaco avevano un parodonto migliore. Questi pazienti avevano una “profondità di sondaggio” delle gengive minore, cioè ridotta. Questo miglioramento è presente rispetto agli altri che non usano questo tipo di farmaco. Lo studio è pubblicato su Clinical and Experimental Dental Research.
tasca parodontale
La profondità di sondaggio
è una caratteristica del parodonto che ne denota lo stato di salute. Come spiega il comunicato se la gengiva, cioè il parodonto è sano, ambedue tendono ad adattarsi pressoché in maniera perfetta al dente. Se invece c’è un’infezione o una presenza di batteri nocivi, questo divario si acuisce e si ha un’infiammazione oltre ad altre conseguenze come l’infiammazione del parodonto, fino addirittura alla perdita ossea.
profondità di sondaggio
Ulteriori studi, più approfonditi, andranno eseguiti
Lisa M. Yerke, una delle autrici dello studio, spiega che i farmaci PPI, a seguito di queste scoperte, potrebbero essere forse utilizzati, insieme ad altri trattamenti per limitare i danni al parodonto. Questo proprio per trattare i disturbi del parodonto. Però ulteriori studi, più approfonditi, andranno eseguiti per capire davvero il collegamento tra i farmaci PPI e il parodonto nonché il potenziale di questi stessi farmaci nel diminuire il livello di gravità della parodontite.
inibitori pompa protonica
Dati e risultati
I ricercatori hanno usato i dati di circa 1000 pazienti con parodontite. Alcuni di essi usavano i farmaci PPI, altri no. Tra i dati anche quelli relativi alle profondità di sondaggio.
I ricercatori notavano che tra i pazienti che utilizzavano farmaci PPI solo il 14% dei denti mostrava una profondità di sondaggio di 6 mm o più. Nei pazienti che non usavano il farmaco era invece in media il 24% dei denti a mostrare questa profondità di sondaggio.
I ricercatori inoltre
scoprivano che tra coloro che usavano i farmaci PPI, il 27% dei denti mostrava una profondità di sondaggio di 5 mm o più rispetto al 40% dei denti dei soggetti che non facevano uso di questi farmaci.
Secondo i ricercatori forse i farmaci PPI modificano in qualche modo il metabolismo osseo o il microbioma parodontale. In ogni caso ulteriori studi più approfonditi saranno sicuramente eseguiti per sondare capire meglio questo interessante collegamento.