Chirurgia senza anestesia
Sottoporsi a un intervento chirurgico senza sedazione. Riuscendo a raggiungere uno stato mentale così distaccato dalla realtà e dai sensi da non provare dolore. Per quanto possa sembrare inverosimile, non lo è – anche se ci sono da porre dei distinguo, come vedremo tra poco. Una paziente 82enne è stata appena operata alla valvola aortica all’ospedale Niguarda di Milano senza subire alcun trattamento di sedazione profonda. Lo staff medico le ha indotto uno stato di ipnosi che, fanno sapere dall’ospedale, ha completamente sostituito ogni tipo di sedazione farmacologica. L’intervento è infatti riuscito alla perfezione, e la paziente ha riferito di non aver sentito alcun fastidio.
Ipnosi
Intervento al cervello
Non è neanche la prima volta che accade in Italia: nell’agosto scorso un paziente dell’unità operativa di Neurochirurgia dell’ospedale di Legnano ha subito un intervento chirurgico di craniotomia. Alla craniotomia si è aggiunta una evacuazione di ematoma sottodurale (in sostanza: un’operazione al cervello) ancora una volta aiutato dalla tecnica dell’ipnosi. Notizie che sono lo spunto per una riflessione più approfondita sul tema. L’ipnosi, al netto delle suggestioni da avanspettacolo evocate dal termine, è in realtà una tecnica con basi scientifiche solide e affidabili e dalle grandi potenzialità. Si sta affermando sempre più nella pratica medica, e non solo nel campo chirurgico. Grazie all’ipnosi si riescono a mitigare con buoni risultati, per esempio, i dolori legati al travaglio e i malesseri legati a ansia e depressione.
ipnosi
Definizione di ipnosi
Il termine ipnosi, oggi, indica un insieme piuttosto vasto di tecniche e approcci. In generale, si può descrivere lo stato di trance ipnotica come “un modo di focalizzare l’attenzione del soggetto su qualcosa di specifico e particolare, in modo da renderlo selettivamente più ricettivo e da fargli perdere l’attenzione su tutto il resto”. Questo ce lo spiega Angelo Maravita, del dipartimento di Psicologia all’Università di Milano Bicocca ed esperto della Società italiana di neuropsicologia (Sinp). “Effettivamente può essere utilizzato sia in ambito medico/chirurgico, per esempio nei pazienti che si devono sottoporre a procedure minori come prelievi o simili, che in ambito psicoterapeutico. In realtà è vera e propria forma di terapia psicologica”.
Come la si induce
In verità, non esiste un vero e proprio metodo standard per ipnotizzare un soggetto. L’approccio più diffuso prescrive di iniziare invitandolo a pensare a un’immagine rilassante, e poi a calarsi in un contesto calmo e armonioso. L’ipnotizzatore, a questo punto, guida con la voce l’ipnotizzando, impartendogli ordini e istruzioni. “L’ipnosi psicoterapica”, dice ancora Maravita, “vista dall’esterno è certamente molto meno scenografica di quella che si vede negli show televisivi. Però è molto efficace dal punto di vista terapeutico. Si tratta sostanzialmente di sedute di dialogo in cui lo specialista parla al paziente con un linguaggio metaforico, immaginifico, per dissociarlo leggermente dalla realtà. Così da portarlo in uno stato a metà tra la trance e il rilassamento. L’ipnosi medica, invece, è più direttiva. In questo caso l’operatore impartisce delle istruzioni per indurre uno stato di dissociazione molto veloce, che porta il soggetto a una concentrazione e a un rilassamento estremi”.
Dr. Trinchieri Stefano