“Lisosomi, Alzheimer e vecchiaia”
Bomba enzimatica
I lisosomi sono vescicole di circa un micron di diametro,contenute nel citoplasma cellulare, ripiene di enzimi che provocano la distruzione di varie sostanze organiche. Tra queste sostanze conosciamo il lisozima, la ribonucleasi, la proteasi, etc.. I lisosomi hanno la funzione di isolare questi enzimi dal resto della cellula, che, altrimenti, verrebbe attaccata e demolita. Inoltre i lisosomi degradano tutti i polimeri biologici come le proteine, gli acidi nucleici, i lipidi e i polisaccaridi.
La cellula è distrutta se si rompe la membrana che racchiude i lisosomi. Ciò perchè gli enzimi che essi contengono sono capaci di scindere tutti i composti principali presenti nella cellula stessa.
Gli scienziati hanno scoperto il meccanismo con cui le cellule riparano i loro ‘inceneritori’, ovvero i lisosomi. Tali organelli oltre a digerire e riciclare le sostanze di rifiuto, contrastano tra l’altro l’invecchiamento.
Lisosoma
Riparare i corpuscoli prima che facciano danni
Il risultato è pubblicato sulla rivista Nature dai ricercatori dell’Università di Pittsburgh negli Stati Uniti . Esso potrebbe avere implicazioni per la lotta a malattie come l’Alzheimer,
“Il danneggiamento dei lisosomi è un tratto caratteristico dell’invecchiamento e di molte malattie. Soprattutto quelle neurodegenerative come l’Alzheimer”, afferma il primo autore dello studio, Jay Xiaojun Tan. “Il nostro lavoro identifica una serie di passaggi che crediamo costituiscano un meccanismo universale per la riparazione dei lisosomi”.
Lisosoma
I lisosomi contengono al loro interno dei potenti enzimi digestivi. Gli enzimi servono a degradare i rifiuti cellulari e per questo sono isolati dal resto della cellula. Ciò grazie ad una forte membrana che fa da barriera. In caso di danneggiamento e fuoriuscita del contenuto, la cellula attiva subito un piano di emergenza. I ricercatori hanno osservato in diretta tale piano di emergenza dopo aver intenzionalmente lesionato i lisosomi di alcune cellule coltivate in laboratorio.
A pochi minuti dal danno entra subito in azione l’enzima PI4K2A, che suona l’allarme producendo alti livelli di una molecola segnale chiamata PtdIns4P.