Scientificamente l’odontoiatria è stata fondata nel 1840
quando Horace Hayden e Chapin Harris aprirono la prima scuola dentale negli Stati Uniti. Ma facciamo un breve riassunto dell’odontoiatria nell’antichità.
Tuttavia, prima della costituzione di questo ramo della scienza medica, l’uomo antico si dilettava attivamente nella bocca dei suoi contemporanei. I pazienti che, in quei tempi soffrivano anche loro di fastidi ai denti, avevano bisogno di cure e i dentisti antichi effettuavano numerosi interventi, nelle loro bocche.
Mi è venuta l’idea che solo le culture più ” antiche e avanzate” che avevano dominato aree di conoscenza come la medicina, l’architettura etc..etc……, fossero stati in grado di curare i denti dei pazienti di quel tempo. Ma è veramente cosi?
odontoiatria preistorica
Quindi perchè non parlare dell’esistenza di un’odontoiatria nell’antichità?
Ma lo sapevate che nell’Ecuador precolombiano si praticano dei veri e propri interventi ai denti?
Sulla base di alcuni ritrovamenti archeologici, si è scoperto che gli abitanti precolombiani della costa ecuadoriana, erano abili e possedevano le conoscenze necessarie per arrivare a svolgere un lavoro dentale vero e proprio.
La gente Huancavilca era una cultura che si è sviluppata nel paese tra il 500 e il 1534 d.C. Si stabilirono nella regione costiere di Guayaquil, Colonche Chongón a Puna.
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Gli Egiziani sono noti per il loro intenso lavoro dentale come otturazioni fatte con cera d’api. Le pietre preziose e semipreziose venivano intarsiate nei denti. Ciò riguardava tutte le nazioni sudamericane, non solo i Maya, e tante altre civiltà del mondo antico come gli Inca o gli Aztechi. Questa è l’odontoiatria nell’antichità.
dentista antico egitto
Aztechi
Sulla base delle evidenze archeologiche e storiche si è scoperto che essi praticavano le seguenti lavorazioni o interventi, nell’odontoiatria nell’antichità:
– Carie, riuscivano a pulire la cavità e successivamente sigillavano il dente con oro fuso e modellato a seconda della forma della cavità preparata.
– Modificazione dei denti, su una parte sul dente dove si interveniva al fine di catturare le varie forme geometricamente intelligenti ed esteticamente armoniche.
– Mutilazioni dei denti, riduzione o taglio di una parte di un dente senza un motivo apparente di armonia, né di misure.
– Estrazioni di alcuni denti, in base alle cronache storiche, questi denti non erano necessariamente in cattive condizioni. Di questo ne parlano anche Zarate 1555, Pedro de Cieza 1541, cronisti della colonia.
– Intarsi sui denti, tra le modifiche dentali o lavori fatti dagli Huancavilcas. Erano intarsi in oro molto suggestivi realizzati nei loro denti anteriori superiori e inferiori.
dentista o barbiere?
I Romani? Un disastro!
Gli Antichi Romani erano all’avanguardia in quasi tutte le scienze e aree del sapere, ma non si può dire altrettanto delle loro abilità in campo odontoiatrico. Il termine “dentista”, ad esempio, in latino non esisteva.
A chiarirci le idee sui metodi “scientifici” utilizzati dai Romani per la cura dei denti, ci viene in aiuto il trattato di Plinio il Vecchio Naturalis historia, del I secolo d. C. Per allontanare il mal di denti lo scrittore e naturalista Romano raccomandava di trovare una rana al chiaro di luna e chiederle la guarigione. Nel libro XXV del suo trattato enciclopedico troviamo che inalare i vapori della combustione dei semi del giusquiamo, aiuta contro la gengivite. Plinio ci illustra anche la ricetta per un “ottimo” dentifricio, a base di cenere di testa di lupo, lepre e topo. In nessun testo latino si fa però menzione agli spazzolini.
E le carie? Le protesi?
Seppure in odontoiatria nell’antichità, le carie fossero meno diffuse di oggi a causa dell’assenza dello zucchero, tuttavia i denti venivano logorati da abitudini alimentari che necessitavano di un’intensa masticazione. Le carie erano però ricondotte ad altre cause. Secondo le credenze dei tempi, ed anche gli Egizi lo pensavano, a danneggiare i denti erano dei temibilissimi vermi. La teoria è confermata da Scribonio, medico dell’Imperatore Claudio nel I secolo, che suggeriva di curare le carie con “fumigazioni fatte con i semi di giusquiamo sparsi sul carbone ardente. Tali fumigazioni erano seguite da risciacqui della bocca con acqua calda. In questo modo, i piccoli vermi vengono espulsi”.
Come detto, per l’estrazione dei denti non esistevano specialisti, ma normali medici. Per questa operazione, si adoperavano forcipi e arnesi noti come “tenaculum”. Le otturazioni erano ancora sconosciute, mentre invece venivano effettuate le protesi, realizzate in avorio, osso o legno.
I migliori di tutti? Gli Etruschi.
Molto più ferrati in materia sembravano essere i predecessori dei Romani che vivevano nell’Italia centro-settentrionale, ossia gli Etruschi, una delle civiltà più progredite dell’antichità.
La loro abilità nella cura dei denti è testimoniata da diversi reperti archeologici, che ci hanno rivelato teschi muniti di protesi dentarie straordinariamente evolute e ponti fatti in osso di bue e fili d’oro, la cui qualità non venne superata nei successivi mille anni. La competenza tecnica degli Etruschi nel settore dentistico era figlia della loro specializzazione nell’arte orafa. Già nel VII sec. a.C. gli Etruschi sapevano realizzare ponti e stabilizzare i denti vacillanti grazie a fili d’oro. Nello specifico, erano abilissimi nella tecnica della “granulazione”, grazie alla quale piccole sfere d’oro venivano saldate su lamine sottili, al fine di creare protesi e ponti. Gli strumenti, pinze, trafile, trapani rudimentali e saldatori – erano usati con cognizione.
Dr. Trinchieri Stefano.