Cuore: 2023 anno della svolta
Grazie a nuovi farmaci
che funzionano sul cuore e sul colesterolo, oggi abbiamo un più efficace controllo del “colesterolo cattivo e dello scompenso cardiaco. Ma novità positive ci sono anche per la diagnosi, gli interventi e la prevenzione dei danni al cuore. Tali innovazioni “aprono la strada ad una svolta nella patologia del cuore nei prossimi 10 anni”.
Per quanto riguarda l’ipercolesterolemia “la ricerca clinica su nuove terapie – spiega Ciro Indolfi, presidente Sic – negli ultimi anni ha subito un’accelerazione
Ma il 2023 sarà l’anno dell’inclisiran un farmaco innovativo, da ottobre scorso rimborsabile dall’Ssn, che sta entrando nella pratica clinica. Il nuovo farmaco a Rna interferente è capace di ridurre del 50% il colesterolo Ldl. E tutto ciò senza nessuno effetto collaterale su reni e fegato. Si somministra con due sole iniezioni sottocutanee l’anno. Da ciò si deduce come il cuore ne benefici.
Un altro passo in avanti
per migliorare il controllo del cuore è nel controllo del colesterolo. Infatti è stato lanciato un nuovo farmaco: l’acido bempedoico. Questo farmaco, disponibile fra pochi mesi anche in Italia, interviene sulla biosintesi del colesterolo con un meccanismo d’azione analogo a quello delle statine”. Ciò è detto da Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto Sic. “Studi clinici recenti hanno dimostrato l’efficacia nel ridurre di circa il 20% il livello di colesterolo ma senza dolori muscolari. Questi effetti collaterali sono il principale effetto negativo delle statine in associazione con l’ezetimibe, l’acido bempedoico riduce l’Ldl del 38%”. Così il cuore controllando il colesterolo, avrà molti meno problemi.
Poi c’è il discorso che riguarda lo scompenso cardiaco
che colpisce 15 milioni di persone in Europa e oltre 1 milione in Italia, ogni anno. Lo spiega Gianfranco Sinagra, ordinario di cardiologia all’Università di Trieste. “La terapia si è rafforzata da poco meno di un anno con una nuova classe di farmaci, le glifozine. Nate come antidiabetici hanno mostrato un’efficacia straordinaria in tutti i pazienti con insufficienza del cuore anche se non diabetici.
Nel futuro la prognosi dell’insufficienza cardiaca sarà molto migliorata. Il cuore sarà salvaguardato e si potranno evitare fino a 40mila decessi l’anno. Ciò perché oggi disponiamo di un ‘poker d’assi’ di farmaci, betabloccanti, sacubritil/valsartan, antagonisti dell’aldosterone e glifozine, la cui piena implementazione potrà ridurre fino al 65% la mortalità e i ricoveri rispetto al 15% delle terapie convenzionali”.